«immergila in acqua, lascia che anneghi»
per una volta lo spoglio del buio
è soltanto un ricalco alla coazione,
un apparente migrare ai confini
dei desideri: sopra, la reazione
che chiude insieme le cose e i bambini,
lucertole alla ricerca dei passi…
fermateli al limite della veglia
tra mani che deflettono; scostate
le semantiche dei luoghi, sorprese
a zampillare per le vie affollate
(ché gli oggi sono dita da lasciare,
una stretta ossuta, un torcersi d’arti
al riparo dai nugoli di bare:
se l’attimo è infinita processione,
ogni tempo rettile un memoriale
compilato di traverso, un programma
per non muoversi al cambio di canale,
cosa troverò alle pause, gradini
o l’attesa di un sudore dei tempi,
la smania di vederti come ieri?)
fermateci al limite della veglia
tra mani che deflettono i pensieri
o nelle bocche delle nostre madri,
acclusi nelle fessure, apparenti
processioni al migrare dei confini
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