giovedì 26 agosto 2010

La profondità sembra essere diventata una merce di scarto per i vecchi, i meno avveduti e i più poveri.

Non voglio aggiungere più parole inopportune di quante già ne siano state scritte a questo mondo. Alessandro Baricco sembra non essere dello stesso avviso ed oltre ad appestare il mondo con le sue terribili prose a quanto pare ha scelto di fare lo stesso con le sue teorie. Fino a poco fa non sapevo che questi andasse predicando l'annullamento dei confini fra la sapienza e il volgo (ovviamente abbattendo la sapienza, non i confini); come infatti ben sapete sono solito farmi bastare di questa persona i fortunatamente pochi libri che mi regalano al natale, ora al dolore procuratomi dalle prose devo aggiungere anche il dolore provocato dalle idee.
Insomma, il quotidiano La Repubblica ha pubblicato un articolo di Baricco consultabile gratuitamente (cosa abbastanza insolita visto chi c'è di mezzo) e poiché sono stronzo dentro e magari c'è tra voi chi come me non spende i suoi denari per quest'uomo, vi reindirizzo al sudetto terribile. Leggetene, ridetene e poi continuate pure a piangere, tanto non c'è nulla di nuovo sotto il sole.

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/08/26/news/barbari_2026-6516602/

(a quanto pare l'articolo è stato originariamente pubblicato su una certa WIRED. Non so di cosa si occupi questa rivista ma da quel che vedo titolare in copertina sembra essere non diversamente trascurabile come buona parte di tutte le altre)
http://www.wired.it/magazine/archivio/2010/09/storie/i-nuovi-barbari.aspx

6 commenti:

  1. Queror, litigo, irascor. J'accuse, nel tempo libero. Insomma, sei molto indignato; ma, esattamente, mi sfugge perché.

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  2. No, non sono indignato, è che non so scrivere.

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  3. Non è per fare sempre l'avvocato del diavolo, ma ha ragione Baricco: l'orizzontalizzazione della cultura è un processo inevitabile, piaccia o non piaccia, soprattutto nell'era di internet e specificamente dei social network e ancora più specificamente di Facebook. D'altronde anche la Nona ai suoi tempi fu accolta come una cosa sporca, e fino a un paio di secoli fa la lettura dei romanzi era segno di frivolezza. Parlare di decadenza significa mancare di senso storico.

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  4. Oh, ma per quanto mi riguarda io non parlo certo di decadenza, credo di disprezzare abbastanza capolavori divenuti tali solo perché "morti", come ai funerali, ed effettivamente ritengo anche che leggere dei romanzi (e stimarli come vetta culturale) sia cosa frivola, allo stesso modo di come mi permetto di storcere il naso davanti a numerosissime delle pitture dell'ottocento e del settencento e davanti ai mosaici dei bordelli romani. Io ora sono un ignorante e con molta probabilità lo rimarrò per sempre, per questo mi trattengo sempre dal divulgare ciò che penso. Fatta la dvuta premessa ritengo comunque sia falsissima l'idealizzazione del passato come luogo di vertigini culturali (e su questo per lo più siamo d'accordo) sia terribile che questo possa fungere da giustificazzione per la bassezza dei tempi odierni (e in generale come giustificazione per qualsiasi opera umana). Insomma, sinceramente non credo ci sia una deriva culturale o qualcosa del genere, è molto più plausibile che al di là di qualche eccezione l'uomo sia sempre stato terribilmente mediocre in ogni sua prova, che poi col passare del tempo si vada dimenticando lo schifo di ciò che è stato sia per la mancanza di confronto diretto sia per via della riprovazione suscitata dai contemporanei.
    Dunque, insomma. Mi rendo fin troppo conto di quanto la mia dialettica sia terribile, perdo continuamente il filo del discorso e dimentico quello che devo dire e anche quello che penso è erroneo. La questione è questa. Può essere vero quello che dice Baricco, e lo è, allo stesso modo in cui è vero ciò che il mio vicino dice sui colori della mia grondaia: che sono osceni, anche se bisogna dire che senza quella cazzo di grondaia sia a me che a lui pioverebbe in testa e che toglierla, come mi propone, non è una situazione saggia perchè altrimenti oltre ai pavimenti dovremmo dire addio anche allo stesso tetto. Allo stesso modo Baricco, che preso atto come tutti (ma forse no) dell'inevitabilità della rozezza nelle opere umane, quando come soluzione propone di non perdere tempo e invece che piangersi addosso passare direttamente ad idolatrare la mediocrità, dice sciocchezze.
    Alla fin fine mi rendo conto che le conclusioni di Baricco sono grossomodo identiche a quelle che lei, Scida, ci propina, anche se ammetto che lei scrive infinitamente meglio di Baricco e che questi, credo, non sia giunto a queste conclusioni per inevitabilità ma solo per invidia e incapacità. Non ho concluso nulla, scusatemi.

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  5. Il punto è che Baricco non ci invita a idolatrare la mediocrità, ma a capirla, ovvero a contestualizzarla. Poi volevo anche dirle che lei è un disperato se spende tutte queste parole per parlare di Baricco, ed è esattamente per questo che le voglio bene (forse anche per le tracchie demmerda).

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  6. mi accodo all'uomo in cima: non ho ancora finito di leggerlo, ma a parte ribadire certe evidenze del Terrorismo che farebbe poi...?

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