giovedì 9 luglio 2009

verso il cadere

io ci credo ancora
a questo domani di polveri
e pietra, accolto nel suo cigolio di mani
fra le colpe dei fossili, nei denti
che hanno il volto del buio
(barbagli di voce, nomi
disseccati

ritrovati d’ istanti
a scomparsa, imminenze
e correnti, trincee di cielo
e diamanti di case)

solo porte d’inverno, più avanti;
mascelle d’asfalto dai parafanghi
d’acciaio (non immane rugiada,
non bagliori di rame)

ripenso agli odori, alla foga
di quei passaggi ad ossa nude,
se siamo schegge di muro
fra le finestre e nient’altro

(è tutto vero, ma l’ombra è ancora lunga,
ed è troppo questo crinale
per dire
che la colpa è
il vento)

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