repulisti. Sistemando la camera di quelle cose vecchie cioè, e la loro duplice fedeltà e le cartacce sparse eccetera, penso che da piccolo sempre mi regalavano diari, diari segreti, agendine e altri fogli bianchi da sporcare e ancora adesso, con la convinzione che chi piace leggere forse, ma soprattutto i diari, non tanto il comune che tange dei propri panni in piazza, ma propri poi o di tutti o soli nella comune insignificanza, che una luce radente solo, un taglio analitico o scorcio, mette in ombra, in luce, riscatta, ma quel caro diario, che attacco, principio di frase più atto a intimorire, io credo, e la sua minaccia di giorni lì, immobile fino al futuro da venire repulisti.
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(Prima cosa da un po' che penso possa avere un suo significato pure a stare qui, magari pure da tacere, pure brutta, ma un po' mi toccava il solo commentare, che insomma...)
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Rende, rende. Ma tu imago, dovresti tentare la sfida della struttura. Ne uscirebbe, ne sono certo, qualcosa di interessante.
RispondiEliminaPS: il taiwanese di cui sopra è un vostro amico? Credo sia il più dotato, tra tutti noi.
RispondiEliminagli orientali ce l'hanno corto in realtà, shishin.
RispondiEliminadetto questo: mi piace questo quotidiano smascherato. che a un certo punto svela di essere letterario e apre all'epilogo della parola, sospeso a metà tra gli stasimi e l'esodo.
una confessione - sono religioso, sì, ma non voglio convertirti, non prenderla male...
@Shishin: in realtà una struttura (o una cosa simile) sti pezzetti l'hanno, è che la perdono su internet (questo voleva essere un tratto d'un possibile sillabario come resta la R a testimoniare, pur se sola...)
RispondiEliminapoi prima o poi vi darò il saggio in quella direzione credo, ma per ora manca la perizia e riesco ad avvertirlo da me :P
@noluntas: ma non temo mica d'esser convertito, che poi hai ragione, solo che la religione e sti pezzetti son quelli dei giorni tristi, che pur se son passeggeri entrambi, quelli buoni finiscono all'epicurea, che il problema è lo stesso, you know :P