mercoledì 12 maggio 2010

Io e Jerry passavamo tanti bei momenti insieme.

"[...] Jerry parlava e io ascoltavo. A poco a poco, appresi sempre più cose sulla sua vita, mentre lui, si può dire senza timore di essere smentiti, sapeva di me sempre meno. A causa della mia connaturata reticenza, poteva fare quel che gli pareva riguardo alla mia personalità. Poteva fare di me, più o meno, chiunque volesse, e presto mi fu chiaro, con tutto il dolore che la cosa comportava, che quando lui mi guardava quel che vedeva soprattutto era un animale carino, clownesco e un po' stupido, una specie di piccolissimo cane con gli incisivi sporgenti. Non aveva la minima idea della mia vera indole, di quanto fossi in verità terribilmente cinico, abbastanza depravato e malinconico, un genio malinconico, né aveva idea del fatto che io avessi letto più libri di lui. Amavo Jerry, ma temevo che la creatura di cui ricambiava l'amore non fossi io, ma una creazione della sua fantasia. Sapevo benissimo cosa significava essere innamorati di immagini che erano frutto della fantasia. Per quanto volessi far finta che le cose stessero altrimenti, in cuor mio avevo sempre saputo che, quando lui beveva e parlava, durante le nostre serate insieme, in realtà stava semplicemente parlando con se stesso. Sogghignate, vero? Pensate di avermi smascherato! Lo so, lo so che prima ho detto - ho confessato, asserito e, nella mia irragionevole caparbietà, mi sono persino vantato della mia passione per le fessure, del mio bisogno quasi patologico di nascondermi, della mia predilizione per le maschere. Vi chiedete perchè dunque mi lagni adesso dinanzi a una nuova possibilità di camuffarmi, all'occasione d'oro che mi si offre di rannicchiarmi inosservato dietro le impenetrabili sembianze di un animaletto che ispira tenerezza? Be', ecco il perché: la differenza tra assumere una maschera, che è sempre un'occasione di libertà, e averla imposta è la stessa che intercorre tra un rifugio e una prigione. Sarei stato ben felice di attraversare l'intera esistenza a passi decisi, magari un po' goffi, ricoperto della corazza di pelliccia del mio travestimento da animaletto domestico, se fossi stato persuaso che avrei potuto sbarazzarmene in qualsiasi momento lo desiderassi, strappare via quella adorabile faccia tenera e far balzare fuori la creatura che sapevo di essere. Salve, Jerry, sono io! Non l'avrei mai fatto, certo, ma mi piaceva la sola idea di poterlo fare. [...]"


Sam Savage, Firmino.

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