sabato 1 agosto 2009

Il bollito di Guna Leuche

Il settimo giorno del mese, il signor Leuche, Guna Leuche, impiegato in tubature, si svegliò nel suo letto. Sveglio nel suo letto indossando il pigiama che s'era abbottonato la sera prima. Nel suo letto con indosso il pigiama e una morbida pelliccia bianca. Nel suo pigiama indossando una morbida pelliccia bianca e stropicciando un dolce musetto da coniglio.
A differenza di quel che pensate voi, la cosa è degna di essere riportata poiché il signor Leuche non era un maniaco che la notte si coricava indossando costumi perversi. Il signor Leuche s'era effettivamente trasformato in un coniglio.
Subito l'animale si divincolò dalle vesti oramai inadatte e saltò sulla sedia messa ai piedi del letto, di dove penzolavano un paio di pantaloni e qualche camicia. Il signor Leuche controllò dunque se era vero che i conigli avessero una zona preclusa alla vista innanzi al naso.
Era vero.
Fermo sulla sedia, avvoltolandosi in una delle sue camicie, Guna Leuche affrontava la situazione con insospettata tranquillità. Aveva letto un libro riguardo una situazione somigliante, tempo prima, e d'allora s'aspettava un suo possibile coinvolgimento in una vicenda simile.
Lo stesso non si può dire della donna delle pulizie che trasalì alla vista del coniglio quando entrò nella stanza alle undici e venti circa.
“Non si preoccupi signorina Sorgo, non si preoccupi, si calmi! - esclamò l'uomoniglio – Sono io, il signor Guna, non mi riconosce?”
“Oh, signor Guna, m'ha fatto prendere un bello spavento, sa? Adesso però mi deve fare il favore di scendere dalla sedia, che devo rassettare.”
Guna Leuche fece come gli veniva così cortesemente chiesto e scese dalla sedia. Anzi, fattosi passare un cappello dall'attaccapanni se ne uscì addirittura dalla stanza e andatosene in messo alla strada si mise sornionamente a passeggiare osservando curioso le cose dal suo nuovo punto di vista conigliuto.
“Oh, ma guarda un po', il portiere ha i pantaloni bucati in mezzo alle gambe... Oh, ma guarda un po', il giornalaio in realtà indossa scarpe di un diverso colore... Oh, ma guarda un po' – pensava – il salumiere tiene i capperi direttamente a terra...”
Dopo un po' che gironzolava, Guna Leuche incontrò il suo amico Malacase al quale raccontò divertitp della sua situazione.
Malacase prese allora in braccio Guna Leuche e corse a far vedere la cosa a tutto il circondario: al fruttivendolo, al tabbachino, al lampionaro, alle comari, al pollaiuolo, ai tre portieri dei caseggiati, a tutti i suoi amici e conoscenti che lì abitavano e anche ai pensionati del circolo sociale che avevano piazzato lì sette anni prima.
Si stabilì che se Guna Leuche adesso era un coniglio non aveva più senso trattarlo come una persona, che le sue cose andavano ridistribuite e riassegnate e che anche egli stesso andava ridistribuito e riassegnato, magari alla cacciatora, ma si sarebbero accontentati anche di un bollito con patate.
Rumorosamente Guna Leuche fu portato in tribunale. Ecco un estratto della difesa:
“Il signor Leuche, fino alla scorsa giornata impiegato nelle tubature, ha da sempre svolto un lavro apprezzato e ben eseguito all'interno della nostra comunità. Intratteneva anche numerose relazioni sociali nonostante fosse vedovo ormai da diciassette anni, giovando all'allegria della gete ed alla sua produttività. Il venerdì mi ricordano che rispettava sempre il suo turno di colletta per i vecchi del settimo piano. Inoltre, anche se avvolto adesso da una morbida pelliccia bianca, il signor Leuche non ha perso il suo spirito, come ha dimostrato con le sue simpatiche battute durante il giuramento sulle quali anche la corte ha riso amabilmente.Inoltre, tra pochi giorni sarebbe andato in pensione, il signor Leuche, e se ora è impossibilitato a svolgere il suo lavoro tra due settimane non sarebbe comunque più stato tenuto a farlo. La difesa chiede dunque che il signor Guna Leuche, il quale non certo per sua scelta è diventato coniglio, sia assegnato come mascotte del circolo per i pensionati del suo quartiere.”
La difesa fu molto toccante, tanto che tutto il pubblico che assisteva all'appello si mise commosso a singhiozzare, poi commosso a protestare ed inveire ed infine commosso a picchiare le guardie all'interno dell'aula tra urla molto alte e sempre molto commosse.
L'aula fu fatta sgombrare e dentro rimasero solo i pubblici ministeri e Guna Leuche, che come è ovvio che sia fu poi portato nelle cucine del tribunale e servito bollito con le patate alle sette e mezza in punto.

Nessun commento:

Posta un commento