Ora posso dirlo -dopo i coltelli, le corse
- la certezza di vedere qualcosa, prima o poi
entrare dalla finestra- e l'islandese (vicinissimo): la persecuzione
è una nube di insetti, nei secoli dei secoli
negli angoli degli angoli -negli acquari-
se ne avanzano- nelle acque ad ostacoli
c'è un'ora meccanica
uno slancio di leve – e di notte
questa stanza esplosa
in alto- una cattedrale
e tutti i superstiti nelle loro nicchie, riparati-
dal basso -altri- allentano i cavi
una volta a letto- o nel sonno, o altrove
- ma comunque qualcosa- poiché ha le sue leggi, come gli altari
-e come sugli altari steso, un sacrificio
a tutti i mostri, ai labirinti
Io credo che Manuel sia cresciuto, nell'ultimo anno. Scrive bene. C'è una crudeltà lucida nel suo denunciare l'essere, la presenza incontrovertibile delle cose.
RispondiEliminaIo però sarei ben curioso di vederlo deflettere da ciò; a volte, al di là della bravura, mi pare che trapassi (e il peggio: coscientemente) da letteratura a ideologia letteraria e non c'è niente di male, ma la seconda è meno forte, anche per denunciare l'essere :P
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RispondiEliminaL'ideologia letteraria è pur sempre letteratura. Apocrifa, magari, ma tant'è. E poi non sempre si può denunciare l'essere. Esistono solo due cose, a questo mondo: le cose che esistono, e le cose scritte. E, a volte, bisogna denunciare pure i libri!
RispondiEliminaLa lucidità, poi, è sempre doppia, speculare. Non è solo l'occhio asciutto, ma è anche una proprietà intrinseca delle cose. Lo smalto sul nulla, quella vernice, quello strato di lucido che svicola dal “gorgo che stride” e si infila nell'iride. Il punto è che gli oggetti esistono, sì, ma con un certo grado di trasparenza, in un groviglio catottromantico.
insomma, imago, non so se sia davvero meno forte... ora, l'arte winkelmaniana l'abbiamo sepolta senza troppe fanfare... se tu vieni a dirmi che nemmeno l'allegoria blakiana ha più cittadinanza, dalle nostre parti, può essere anche vero, ma c'è di mezzo l'era delle ideologie estetiche: difficile, adesso, separare la letteratura dal discorso sulla letteratura, in un mondo che, nostro malgrado, ci ha martellato dentro l'anelito a farci storia. Che poi potremmo dire anche che, scoperto il trucco, ogni testo si decostruisce da sè, quindi non si scappa.
RispondiEliminaNon volevo porre una così netta distanza tra ideologia letteraria e letteratura, è che si parla sempre nello sfumato e difficilmente ci s'intende.
RispondiEliminaTolto questo e mettendola su un piano più pragmatico dove forse è più facile capirsi: sarei curioso di vedere altri modi: infrangersi il cristallo, la lettera morta, gli apocrifi e... non so, persino un convincimento retorico e barocco - ma un movimento, che la fissità poi volendo resta al fondo.
(Senza togliere che sia scritto bene :P)
@Phlebas: ogni testo si decostruisce da sè: probabilmente oggi è vero, ma non è così evidente; o almeno: non è abbastanza evidente da evitare che s'impongano visioni come quella che denunci nel post qua sotto (senza nemmeno troppo bisogno di scomodare Averroè) - in un certo senso, è che il dadaismo o le sue propaggini bene o male la nostra ragione occidentale io credo l'abbiano occupata (siano diventate a tutti gli effetti forme storiche: e anche prolifiche) e la conseguenza più semplice mi sembra un passo indietro, una concessione al senso, a favore del suo negarsi (--> se vuoi: rifar la poesia da morta, mortale)
RispondiElimina@imago: ho capito, mon ami, ma tu cerchi il miracolo. Per quello, aspettiamo il Manuel in versione SaturaXD
RispondiElimina@Phlebas: ecco, vedi che ci siamo ? :P Il punto è che io penso che si potrebbe avere un Manuel in versione Satura, magari non ora, però... (Tra l'altro quel libro, ci pensavo l'altro giorno, per certi versi merita in pieno le critiche di Fortini, per fare un esempio, ma d'altra parte è riuscito a vedere tremendamente avanti, anche se dall'angolazione sbagliata...)
RispondiEliminaAccantoniamo i miracoli, che ormai sono all'ordine del giorno. Quello che pronostica imago è sensato e considivibile. Resta il fatto che io -non sembra- ho scritto davvero poco! Non è ancora momento per oscillazioni disperate. Poi il senso, sì... Ma non dimentichiamoci che non dobbiamo stanarlo, questo senso. Giacchè è morto, dobbiamo solo aspettare che il fiume ne trascini il cadavere. Come facciamo con i nemici. E lo vedremo livido e sfatto, ma in superficie. Assieme ad ogni altra cosa, sotto le stesse stelle di sempre.
RispondiEliminaMmm: mettiamola così: essenzialmente hai ragione, ma il punto credo sia il tuo essere arrivato a uno stile riconoscibile circa (e una punta d'invidia in questo :P), che lascia il commento più o meno ridursi a un desiderio di veder le possibili oscillazioni in un simile sistema di riferimento
RispondiEliminaInfatti quanto dici è, ripeto, sensato e condivisibile. Se ricordi, comunque, qualche tempo fa ho tentato una o due deviazioni (più o meno riuscite) dal selciato, nella speranza di innescare diversi meccanismi. Poi ha vinto la forza dell'abitudine -che è il motore dei miei giorni, temo. Vedremo, vedremo.
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