venerdì 2 aprile 2010

Aponia dei solchi



Nulla da dire, sollievo fra le fosse___ma inenarrabile noia,
e l'estate del silenzio inzuppa l'arte, la riva in tralice delle strade nel mare, chi ripercorre
come sempre le solite tappe(zzature) sui contorni__Finestre.
(o almeno muri da cui si può guardare il vizio dei petali,
la ricorrenza stonata, un augurio della primavera)
Vuoto, ancora, scivolano fuori dai fianchi
beccucci, manici vermicolari stecchiti, intricati
di veleno come di rovi(nate)
teiere
E' un clamore sintetico dalle stanze della Regina,

ma non che si ricordi qualcosa tranne la ruvidezza del cuscino:una tomba bianca
di umbratile, sola e soffice pie-tàzza fumante
trivellata fino un peso costipato___(che poi, questa mole interdetta
gira ancora, in tutte le parole che verranno
si fa sentire, grava in modo particolare sulle Rivelazioni)
stelle lente
una notte nera di stelle, arrotolate allo spazio, sole
per inciso__(li?) la cruenta fermentazione dei mondi
si dischiude, sparisce per distensioni
sbadigli lunghi, incenerendosi corde per rigagnoli azzurri.
-Buonanotte, dunque!-
Dall'imbuto__dietro l'aratro
un inenarrabile canto di noia.
(Fa male)

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