sabato 24 aprile 2010

poesia a quattro mani e pochissimi capelli

io e kyuss. i capelli sono tutti miei, le mani un po' dell'uno un po' dell'altro, vai a sapere.

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la miniaturizzazione del follicolo è una cosa da iperuranio, da paludi. invece significa, spiana le tempie in sezione binaria, un minutaggio
ai riflessi, al suffragio dei cicli
e cioè il momento, il guizzo, la semplificazione che conduce all'acqua, in caduta libera
dai terminali e dai placebo: l'inversione o la vergogna dei bulbi. L'acqua invece si crea negli attraversamenti, ed è clamoroso. sto dicendo: un governo
ai canoni e agli effluvi di caduta, una prova per nuovi reticolati
e a ritroso fino alla presenza, alla parità degli affluenti
Un corso posticcio in condizioni di mancanza, dai fusti ai cerchi impilati, barricati in qualche nodo al pavimento
uno sviluppo costitutivo, e sgombra il temporale occipitale ad anelli, a cristalli liquidi
frangibili dai venti, mai più recuperati: un sagrato di villi (la precedenza è scorrere accanto, defilarsi, un tubo più stretto)
per cui maledire il telogen, l'idraulica, i giunti in espansione: schermata Samsung.
volevo dirlo anche io: Samsung. Alludiamo ai cerchi nell'acqua ai wallpaper di default.

1 commento:

  1. "Lo stesso vale per i due tipi di testa, la chiomata e la calva. La prima è di palude, e infatti è nutrita dall'ombra; la seconda è di montagna, e infatti è esposta a tutti i venti. Perciò questa è forte, quella debole."


    (da "Elogio della calvizie" di Sinesio di Cirene)

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