sabato 28 novembre 2009

Pudore

C’è un vestito che mia sorella puntava da un pezzo, anche se lei non è proprio per i vestiti e preferisce le magliette e cose simili, che questo capodanno da venire avrebbe voluto indossare con le amiche, e ieri con mia madre e un mezzo stuolo di st’altre ragazzine è andata a Riccione dove si trovava, per vederlo e semmai comprarlo come regalo di Natale, visto che non si sa bene che desideri ricevere e solite storie, ma nelle vetrine del negozio non c’era più. Nonostante mamma insistesse, visto le storie che aveva fatto con ‘sto vestito i giorni scorsi, di chiedere alla commessa se l’avevano ancora eccetera, mi’ sorella s’è limitata a buttare un occhio alle cose in negozio, senza comprare niente e senza nemmeno più sapere se l’abbiano ancora o no, quasi non gliene fregasse in realtà nulla. Credo che il suo sia pudore.

3 commenti:

  1. Al di là dell'aneddoto che immagino giustamente non freghi a nessuno, è che credo d'aver riscoperto qualcosa che a voler parere più colto potrei spacciare per il vecchio "La Natura ama nascondersi" d'Eraclito (e se non era lui, perdono); domani avrò cambiato idea ma oggi mi sembra importante (pur se ammetto banale), aspetto comunque la smentita.

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  2. Non saprei, mi sembra che ci siano delle sostanziali differenze di veduta tra il detto eraclideo (si, mi pare fosse di eraclito, un frammento trasmesso da aristotele, forse) e il concetto dell'annedoto narrato. Più che altro forse in quanto il detto è valente in quanto monito, mentre l'annedoto sembra voler più indagare sulla natura del nascondersi. Natura, a mio mdesto avviso, dettata in questo caso dal ritrovarsi forzati o meno al centro dell'attenzione e di apparire, a causa dei propri desideri, come capricciosi e dunque poco degni. Considerazioni che lasciano il tempo che trovano.

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  3. @Jurambalco: sì, sul primo punto hai ragione, è piuttosto un'interrogarsi che un monito (anche se al limite potrebbe esserci una sfumatura morale); sul secondo invece sei lontano da quello che intendevo ma per colpa mia che tendo a dare un sacco di cose per scontate nello scrivere e non ci penso: nel senso che l'attenzione non voleva essere così psicologica (anche perchè, ma questo non l'ho detto, credo proprio mia sorella non abbia di tali preoccupazioni, tolto che così volubile non è :P), ma puntata sul nodo di "pudore" e di disinteresse, quasi indifferenza (la conclusione della fase precedente), che tuttavia è unito o si maschera dietro il desiderio.

    È per questo argomento che ho voluto metterlo sul blog (più o meno), in continuità con gli interventi degli altri (penso/spero). Comunque, per rendermi più comprensibile, posso dire che in genere mi muovo a ritroso nella scrittura, nel senso che partendo dall'idea già fatta o comunque a buon punto e non maturata su un solo fatto, vado a cercarmi un referente reale che possa servire a mo' d'exemplum; anche se a volte temo così facendo di schiacciare la parte "concettuale" sotto l'evento troppo circoscritto. Ora sto tentando la cosa su più ampia scala (così che diversi pezzi insieme dovrebbero mostrare tale funzionamento e non lasciarlo sott'inteso), quando sarò a un punto pensavo di mettere qualcosa qui, magari usando Issuu, che così mi diverto a testare un aggeggio (per me) nuovo :P

    Oddio ho fatto un romanzo (e terribilmente egocentrico), però è colpa del fatto che tralascio troppo in genere; se detto questo hai ancora da consigliarmi qualcosa ben venga :P

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