sabato 14 novembre 2009

Antichi Maestri

"[...] Ero lì seduto e guardavo le lettere che mia moglie mi ha scritto nel corso del tempo, e mi sfogavo piangendo. Naturalmente ci abituiamo, col passare dei decenni, a un essere umano e lo amiamo per decenni, e alla fine lo amiamo più di tutto il resto e a lui ci incateniamo, e quando lo perdiamo è davvero come se avessimo perso tutto. Ho sempre creduto che fosse la musica a significare tutto per me, a volte anche la filosofia e il prodotto letterario di alto, altissimo, di supremo livello, così come ho creduto che fosse semplicemente l'arte in generale, ma tutto questo, tutta l'arte, quale che sia, non è niente se paragonata al solo e unico essere umano che abbiamo amato. Cosa non abbiamo fatto a questo solo e unico essere umano, disse Reger, in quante migliaia e centinaia di migliaia di sofferenze lo abbiamo precipitato questo essere umano che abbiamo amato più di ogni altro, come lo abbiamo tormentato questo essere umano, pur avendolo amato più di ogni altro, disse Reger. [...] Tutti quei libri e quegli scritti che io ho raccolto nel corso della mia vita e ho portato nell'appartamento della Singerstrasse per poi stiparli in tutti quegli scaffali alla fine non sono serviti a niente, io ero stato lasciato solo da mia moglie e tutti quei libri e quegli scritti erano ridicoli. Crediamo di poterci aggrappare a Shakespeare o a Kant in un momento così, ma è un'illusione, Shakesperare e Kant e tutti gli altri, che noi nel corso della nostra vita abbiamo innalzato al rango di cosiddetti grandi, ci piantano in asso proprio nel momento in cui avremmo un grandissimo bisogno di loro, così Reger, non sono una soluzione per noi e non ci sono di alcun conforto, d'un tratto essi sono per noi semplicemente disgustosi ed estranei, tutto quanto hanno pensato e poi anche scritto quei cosiddetti grandi, importantissimi personaggi, ci lascia indifferenti.[...] Lei capisce che cos'è il vuoto quando ad un tratto si ritrova tra migliaia e migliaia di libri e di scritti che l'hanno completamente abbandonata e che di colpo per lei non significano più niente, se non appunto questo vuoto atroce, così Reger. Quando lei ha perso la persona più vicina al suo cuore, tutto le sembra vuoto, dovunque lei guardi tutto è vuoto, e lei guarda e riguarda e vede che tutto è realmente vuoto, e lo sarà per sempre, così Reger. Così capisce che non sono gli spiriti magni e neppure gli Antichi Maestri che l'hanno tenuta in vita per decenni, ma solo quell'unico essere umano che lei ha amato di più di ogni altro. E lei, con questa ammissione e in questa ammissione è solo, e niente e nessuno può esserle d'aiuto, così Reger. [...]"

Thomas Bernhard, Antichi Maestri.

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