giovedì 27 gennaio 2011

Difficile credere d'essere mai stato quel giovane imbecille.

"[...] NASTRO (voce forte, piuttosto solenne, evidentemente la voce dello stesso Krapp a un'epoca molto anteriore) Trentanove anni, oggi, sano come un... (Krapp, mentre cerca una posizione più comoda, fa cadere dal tavolo una delle scatole e il registro, riporta il nastro alla posizione di partenza, rimette in moto, riprende la posizione di prima). Trentanove anni, oggi, sano come un pesce, a parte la mia vecchia debolezza, e intellettualmente ho adesso ogni motivo di credere sulla... (esita)... cresta dell'onda... o da quelle parti. Celebrata l'orrenda ricorrenza, come sempre in questi ultimi anni, tranquillamente, alla Taverna. Non un'anima. Rimasto a sedere davanti al fuoco con gli occhi chiusi, a separare il grano dalla pula. Buttata giù qualche annotazione sul rovescio di una busta. Felice di essere di nuovo nella mia tana, nei miei vecchi stracci. Appena mangiato, mi spiace dirlo, tre banane, e solo con difficoltà mi sono astenuto da una quarta. Micidiale per un uomo nel mio stato. (Veemente) Devo eliminarle! (Pausa). La nuova luce sopra il tavolo è un miglioramente notevole. Con tutto questo buio che mi circonda, mi sento meno solo. (Pausa). In un certo senso. (Pausa). Mi piace alzarmi ogni tanto e andarci a fare un giretto per poi tornare qui da... (esita)... me. (Pausa). Krapp. (Pausa). Il grano, vediamo, che intendo dire con questa parola, intendo dire... (esita)... probabilmente intendo dire quelle cose che val la pena di avere quando tutta la polvere si sia... quando tutta la mia polvere si sia depositata. Chiudo gli occhi e cerco di immaginarmele. (Pausa. Krapp chiude brevemente gli occhi). Un silenzio straordinario, questa sera, tendo l'orecchio e non sento il più piccolo suono. La vecchia signorina McGlome canta sempre, a quest'ora. Ma non stasera. Canzoni della sua giovinezza, dice lei. Difficile immaginarsela ragazza. Una vecchia straordinaria, però. Del Connaught, credo. (Pausa). Canterò anch'io quando avrò la sua età, se mai ci arrivo? No. (Pausa). Cantavo da ragazzo? No. (Pausa). Appena risentito una vecchia annata, brani a caso. Non ho controllato sul registro, ma saranno almeno dieci o dodici anni fa. A quell'epoca vivevo ancora, più o meno, con Bianca, in Kedar Street. Ne sono uscito, da quella storia, grazie a Dio! Non c'era niente da fare. (Pausa). Non ho molto su di lei, tranne un omaggio ai suoi occhi. Molto caloroso. Li ho rivisti di colpo. (Pausa). Incomparabili! (Pausa). Insomma... (Pausa). Queste vecchie riesumazioni sono lugubri, ma spesso mi sono... (Krapp ferma il registratore, medita, lo rimette in moto)... d'aiuto prima di imbarcarmi in un una nuova... (esita)... retrospettiva. Difficile credere d'essere mai stato quel giovane imbecille. La voce! Gesù! E le aspirazioni! (Breve risata cui Krapp fa eco). E le risoluzioni! (Come sopra). Quella del bere meno, soprattutto. (Breve risata del solo Krapp). Statistiche. Ben millesettecento ore, sulle precedenti ottomila e rotti, consumate in locali autorizzati alla vendita di alcolici. Più del venti per cento, ossia il quaranta per cento della sua vita da sveglio. (Pausa). Progetti per una vita sessuale meno... (esita)... impegnativa. Ultima malattia di suo padre. Ricerca sempre meno convinta della felicità. Nessun successo coi lassativi. Sberleffi a ciò che chiama la sua giovinezza e ringraziamenti a Dio che sia finita. (Pausa). Qui, una nota falsa. (Pausa). Ombra dell'opus... magnum. In chiusura un... (breve risata)... latrato alla Provvidenza. (Lunga risata cui Krapp fa eco). Che cosa resta di tutto quel dolore? Una ragazza in un logoro cappotto verde sulla banchina di una stazione? No? (Pausa). Quando guardo... [...]"



Samuel Beckett, L'ultimo nastro di Krapp.

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